Maturità 2023: Valditara tira dritto e torna al passato
A nulla sono serviti i numerosi appelli, rivolti al ministro dell’Istruzione Valditara, degli studenti che chiedevano di mantenere la prova semplificate anche per la Maturità 2023.
Al contrario il ministro, con un’ordinanza firmata in anticipo, ha stabilito che quest’anno si torna agli esami come al tempo pre-Covid.
Il che significa che ci saranno: 3 prove scritte, i test Invalsi (come requisito di ammissione) e il colloquio pluridisciplinare, con l’educazione civica.
A fare ancora eccezione saranno i Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento), che non saranno requisito di ammissione all’esame.
Le nuove regole sono state accompagnate dall’appello di Valditara a svolgere l’esame di Stato con serietà e serenità:
” E’ un momento importante nella vita di ogni studente – ha detto il ministro – . Si tratta di un passaggio simbolico fondamentale nel percorso di crescita di ciascuno, oltre a costituire il momento finale dell’intera esperienza scolastica”.
Si parte dunque mercoledì 21 giugno alle ore 8.30. La prova avrà la durata di 6 ore e i candidati avranno a disposizione 7 tracce, scegliendo quella che ritengono più adatta alla loro preparazione e ai loro interessi.
Giovedì 22 giugno sarà la volta della seconda prova, mentre la terza, per gli istituti presso i quali sono presenti i percorsi EsaBac ed EsaBac techno e nei licei con sezioni a opzione internazionale cinese, spagnola e tedesca, è stata programmata martedì 27 giugno.
Quest’anno torna ad essere una prova nazionale (mentre lo scorso anno le tracce erano state elaborate dalle singole commissioni d’esame). Per conoscere le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca sul sito del Ministero.
Tra le novità della prossima Maturità va annoverata l’introduzione della seconda prova scritta per i professionali di nuovo ordinamento: che non verterà su discipline scolastiche ma sulle attività svolte durante il percorso di studi.
Nel dettaglio, le commissioni declineranno le indicazioni ministeriali sulla base del percorso formativo effettivamente svolto e dei programmi degli istituti, in un’ottica di personalizzazione, partendo da una cornice nazionale generale di riferimento e dalla tipologia di prova individuata e trasmessa dal ministero alle scuole, tramite plico telematico, il martedì precedente il giorno di svolgimento della prova.
Per quanto riguarda il colloquio si torna al 2018: prenderà avvio da uno spunto iniziale (un’immagine, un breve testo, un breve video) scelto dalla Commissione, verranno valorizzati il percorso formativo e di crescita, le competenze, i talenti, la capacità dello studente. Per chi li ha svolti, si parlerà anche alle esperienze svolte nell’ambito dei Pcto o dell’apprendistato di primo livello.
Per gli studenti con disabilità, in particolare, l’ordinanza firmata dal ministro segnala che la Commissione può deliberare (tenuto conto della gravità della disabilità) lo svolgimento di prove equipollenti in un numero maggiore di giorni, oltre all’assegnazione di tempi più lunghi per l’effettuazione delle prove scritte, anche sulla base della relazione del consiglio di classe e delle modalità di svolgimento delle prove durante l’anno scolastico.
Il voto finale dell’Esame di Stato è espresso in centesimi così suddivisi:
- massimo 40 punti per il credito scolastico
- massimo 20 punti per il primo scritto
- massimo 20 punti per il secondo scritto
- massimo 20 punti per il colloquio.
La Commissione, che torna ad essere composta da un presidente esterno all’istituzione scolastica, tre commissari interni e tre esterni, può assegnare fino a 5 punti di “bonus” per chi ne ha diritto.
Dalla somma di tutti questi punti risulta il voto finale dell’Esame.